2 novembre 2015

Clean Up Your Spot #1 L'isola di Plastica

Ciao a Tutti! 
Vi è mai capitato di nuotare in mare e tra una bracciata e l'altra ritrovarvi circondati da schifezze?! Plastica e spazzaura varia? 
Da quando ho iniziato a fare Surf vivo e vedo il mare in modo diverso da prima. In maniera più consapevole. Prima lo frequentavo d'estate per lo più, e d'inverno era solo una meta per passeggiate, quando capitavo dai nonni nelle vacanze scolastiche. Ma ora è diverso. Vivere a 5 minuti dallo spot dove ho iniziato mi permette, in qualsiasi momento e in qualsiasi condizione atmosferica, di andare a "vedere il mare". Vedere per poi entrare se le onde sono buone o semplicemente vedere, come per accertarsi che nonostante tutto, il mare è li. C'è. 
Questa certezza però, per molti è un fatto scontato.
Plastica ovunque. Buste di plastica, bottiglie, pezzi grandi, piccoli e a volte microscopici, per non parlare di ciò che non si vede, di quelle sostanze che la plastica rilascia nel mare e di altri materiali come il mercurio o il tritolo. 
Ci credete che esistono delle isole di plastica? Se ne contano 5 sparse tra Oceano Atlantico e Pacifico. Quella peggiore si trova proprio nel Pacifico, la sua estensione non è nota, ma potrebbe andare dai 700.000 chilometri quadrati, fino a più di 10 milioni di chilometri quadrati e si stimano 21 mila tonnellate di microplastica. L'accumulo è dovuto alle correnti oceaniche ed è iniziato negli anni cinquanta, il primo a scoprire l'isola nel Pacifico Settentrionale è stato il capitano californiano Charles Moore. Sono stati trovati pezzi di giochi raffiguranti topolino con la grafica degli anni sessanta.. CosA?! Pazzesco e le conseguenze sulla fauna marina, indescrivibili..
I pezzetti di plastica funzionano come una spugna, non solo si degrada, ma assorbe tutte le diossine e le altre sostanze chimiche tossiche disperse nell'Oceano. 
Ma le assurdità non sono finite poichè, l'inquinamento della plastica interessa tutti noi, ma in realtà non riguarda nessun paese in particolare. L'isola si trova in quello che tecnicamente si definisce "mare libero", cioè non soggetto ad alcuna giurisdizione, abbandonata a se stessa.. 

 Nei prossimi post vi parlerò in maniera più approfondita dell'argomento. 
Per ora vi lascio con un consiglio e cioè la lettura del libro "Com'è profondo il mare. La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo" di Nicolò Carnimeo; non posso non citare anche lei, la super Alison Teal, con i suoi viaggi e filmati sul disastro di plastica alle Maldive.. Ma anche di questo ve ne parlerò più avanti.
 
Bastano poche attenzioni per salvaguardare questo fantastico elemento che è il mare: camminare sulla spiaggia è rilassante, ma quando il paesaggio è come quello nella fotografia qui a fianco.. non è triste e sconsolante? 

 



Così migliaia di persone in giro per il mondo hanno come passione quella di raccogliere la plastica e i rifiuti vari, alcuni li buttano via, altri li portano a casa. Sono i Beachcombers, coloro che pettinano le spiagge. Si riuniscono una volta l'anno in America e hanno fondato i Beachcombers' Fun Fair. Grazie a loro, e a tutti i pulitori di spiagge nel mondo, i ricercatori possono ricostruire la storia di questa plastica e capirne i vari movimenti. Come la storia che vede protagoniste le scarpe da ginnastica della Nike, trovate lungo la costa dell'Oregon negli Stati Uniti, provenienti da 5 container che il cargo Hansa Carrier ha smarrito il 27 maggio 1990, durante una tempesta al centro del Pacifico sulla rotta tra Seul e Seattle. Trovate appunto sulla costa in Oregon, a poche miglia da Portland dove si trova lo stabilimento principale della Nike in America! SHOES GO HOME! Assurdo si..


Ma ognuno di noi può diventare un beachcombers, basta armarsi di volontà. Diventa più facile se si pensa che togliere un pezzo di plastica da terra vuol dire rendere la propria vita migliore.

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